Sviluppa l'autoconvinzione - Esci dalla trappola

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Sviluppa l'autoconvinzione

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Un requisito fondamentale per programmare con senso ed efficacia le tue mosse è quello  di credere in ciò che stai facendo.  Se ti convinci che vincere la tua dipendenza è impossibile e che non ce la potrai mai fare anche un piano d’azione ben fatto servirà a ben poco. Le convinzioni hanno il potere incredibile di condizionare le azioni delle persone.  Per questo, mentre sta prendendo vita il tuo progetto, devi gettare le basi per delle nuove convinzioni.  Coltiva solo convinzioni di fiducia e non lasciare spazio a quelle pessimistiche, che potrebbero limitare la tua azione:  “se tante persone ce l'hanno fatta, posso farcela anch’io”.  Sono queste le "parole magiche" che ti dovrai ripetere più volte in questa fase. Quando si pensa a questo cambiamento solitamente i pensieri più ricorrenti sono: “è una cosa che bisogna fare”, “non si può più andare  avanti  così” ,”devo assolutamente smettere” e via dicendo. Raramente si intravede in esso una novità piacevole e una trasformazione incredibile della propria vita. Ciò che appaga è soltanto l’intenzione di non essere più così. Viene a mancare quella componente emozionale positiva che accompagna solitamente il desiderare. Per non lasciare vuoti incolmabili nel tuo piano d’azione   devi rendere meravigliosa la tua meta, anche se al momento così non ti appare. Si  tratta di fare un lavoro di auto-convincimento.  La prima fase di questo lavoro è quella dell’ideazione. Inventare delle idee non è difficile. Puoi rendere allettante la tua meta idealizzandola come un “bel regalo” oppure come una “piacevole sorpresa”. La seconda fase consiste nell'avvalorare l’idea. Perché un pensiero auto-indotto diventi sempre più importante e possa riflettersi sul comportamento deve essere ricorrente, condivisibile e  non deve contraddire altri convincimenti. In questa fase, che può richiedere anche un certo periodo di tempo,  è necessario che ti ripeta più volte dentro di te l'idea cui vuoi dar valore, facendo attenzione a non scivolare nel banale o nell’ossessività. E’ utile anche chiedere a qualche persona che conosci in che misura approva questo tuo concetto. La terza e ultima fase è la “ritualizzazione”.  L’idea si trasforma in convinzione quando si passa all’azione. Questo è un passaggio spontaneo che non può essere indotto artificialmente, però è possibile fare delle “azioni preparatorie”, un   po’come avviene in certi riti dove la gestualità svolge  una funzione di propiziazione. Può esserti utile stabilire una data precisa in cui iniziare la tua terapia e scandire ogni giorno che passa, e che ti avvicina alla data stessa, con un piccolo gesto rituale (come evidenziando i giorni sul calendario oppure aggiornando quotidianamente qualche tuo conoscente). Un'idea da non sottovalutare  è la predisposizione di un piccolo diario in cui descrivere il tuo piano d'azione (ciò che ti muove, le date che ti prefiggi, la meta che vuoi raggiungere). Ciò che conta in ogni caso è agire, fare qualcosa.  Anche se ancora non è l’azione desiderata, il pensiero comincia  a riflettersi sul comportamento.

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